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A cura di

cineca


Politicamente scorretto intende permettere lo scambio libero e democratico di opinioni ed interpretazioni sui cosiddetti “misteri d’Italia” per rafforzare la memoria di quegli eventi e contribuire alla conoscenza da parte dei giovani della nostra storia piu’ recente.

Per questo anche le tre giornate della edizione 2005 sono state a disposizione di tutti grazie alla collaborazione del Cineca, ed ora le 15 ore di diretta web sono visibilii qui ...



con il contributo di

Il bicchiere mezzo vuoto


“Necessario è perciò che si sappia quali sono le origini di sì efferati delitti, di queste manifestazioni esplosive di un male che non può essere che profondo e non può essere addebitato alla malvagità del singolo, anche se questa malvagità concorre poi nella efferatezza del delitto. Ogni tanto l'opinione pubblica nazionale ed internazionale è turbata o commossa per una di queste esplosioni. Poi, come se tutto finisse, nessuno si preoccupa di andare alle radici del male.”

Queste parole vennero pronunciate pubblicamente nel 1947, davanti all’Assemblea Costituente, dal dirigente comunista siciliano Girolamo Li Causi, intervenuto per censurare l’azione del governo dell’epoca in seguito alla strage di Portella della Ginestra: la prima strage dell’Italia “libera”. Il I° maggio 1947, mentre a Roma prendeva forma la futura Costituzione repubblicana, a Portella della Ginestra, vicino a Palermo, ci fu il primo buco nero, la prima strage “politica” di una democrazia appena nata e ancora da battezzare.
Mettere in mostra, dunque, alcune delle mostruosità avvenute in una democrazia occidentale. Cosa ci può essere di più “politicamente scorretto”, nell’Italia di oggi? Ma cosa ci può essere di più mostruoso, in una democrazia, di una strage di innocenti? Una sola cosa: la negazione della verità e del diritto alla giustizia.
In anni in cui si tenta faticosamente di restituire (o dare?) agli italiani un po’ di sobrio e salutare orgoglio nazionale - cosa ben diversa dal nazionalismo - e in un presente in cui le parole “democrazia” e “democratico” sono merce di largo consumo, perché ricordare alla cittadinanza i numerosi buchi neri che hanno costellato il cammino della nostra Repubblica in un breve spazio-tempo di appena 60 anni?
Perché fintanto che il bicchiere della coscienza collettiva di un popolo resta mezzo vuoto, finché i tanti, troppi buchi neri della nostra Storia contemporanea non saranno colmati, difficilmente potremo pretendere “orgoglio” dai nostri concittadini.
Se una mostra può servire a veicolare non solo la memoria di cinque spaventosi accadimenti che sono parte integrante della breve storia della giovane democrazia italiana, ma anche la coscienza del dolore e dell’impegno di coloro (primi fra tutti i familiari delle vittime) che da anni si battono per ottenere giustizia, allora le immagini che vedrete e le parole che leggerete avranno dato un piccolo contributo per cercare di riempire, prima o poi, quel bicchiere.
Cinque giornate di dolore (e la loro faticosa memoria) sono rappresentate in questa mostra:

28 maggio 1974, Brescia:
8 morti a causa dell’esplosione di una bomba in Piazza della Loggia;
27 giugno 1980, Ustica:
81 morti a causa dell’esplosione in cielo di un aereo civile;
2 agosto 1980, Bologna:
85 morti a causa dell’esplosione di una bomba alla stazione di Bologna;
6 dicembre 1990, Casalecchio di Reno:
12 morti a causa dello schianto di un aereo militare su una scuola.
dal 1987 al 1994, tra la provincia di Bologna e la Romagna:
24 vittime, 102 feriti, 103 azioni criminali tra rapine, estorsioni e attacchi violenti

Oltre al dolore dei parenti delle vittime, dei feriti e dei sopravvissuti, la violenza di queste cinque stragi colpì allo stomaco la cosiddetta opinione pubblica. Sono fatti, questi, di cui la gente parla.
Ed allora ripercorrere i fatti - attraverso le immagini prima ancora che le parole - è forse un modo utile di proseguire quel lungo, faticoso, indispensabile impegno civile che ha un unico vero obiettivo: far sì che il silenzio e l’omertà sulle vere cause di tanta morte e tanta violenza non siano mai più considerati il necessario sacrificio ad un’ipocrita “ragion di Stato”. Sono e dovranno continuare ad essere sempre di più le persone che considerano silenzio ed omertà soltanto un inaccettabile ostacolo verso una piena applicazione di quei diritti e quei doveri sanciti da una Carta costituzionale ancora viva e vegeta, nonostante tutto.
Insomma: il senso di questa mostra sta scritto nella storia d’Italia ed è racchiuso nella vita e negli scritti di un altro italiano politicamente scorretto, un nostro concittadino: Pier Paolo Pasolini. Con il suo “Ragionamento sul dolore civile” egli ci ha insegnato:
“Dovrò io esortare gli Italiani alla storia? (...) La storia si merita. Il premio è in diretta corrispondenza con la sofferenza del desiderio. Sarà più grande la gioia di chi avrà più disperatamente sperato. Questi sono i termini del dolore civile, ed i suoi fini. Più che le vite offerte - un sacrificio senza nome, che ogni giorno si ripete centinaia di volte, il più crudele dei doveri, il più doloroso dei mezzi - verrà a contare davanti alla storia, la possibilità di amore che la patria avrà ottenuto dagli uomini. E’ perciò che ardentemente mi rivolgo a chi può intendermi, acchè egli soffra di amore anche per i troppi che la natura e l’educazione non hanno reso capaci a questa purissima necessità. La patria è chi l’ama: e in questo pensiero la fede non mi acceca.

Riccardo Lenzi

IL BICCHIERE MEZZO VUOTO.

Immagini per non dimenticare

Il Punto – Spazio Espositivo. Via Cavour 4
Dal 24 al 26 novembre dalle 10 alle 19 – Ingresso gratuito
In collaborazione con le associazioni: Famigliari Caduti Strage Piazza della Loggia – Brescia, Parenti delle Vittime della strage di Ustica, Famigliari delle vittime della stage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, Vittime Uno Bianca, Vittime del Salvemini.
Da un’idea di Riccardo Lenzi – Allestimento di Simona Pinelli
La mostra sarà aperta anche il giorno 6 dicembre dalle 10 alle 19 in occasione delle cerimonie di commemorazione della strage del Salvemini. Dal 27 novembre al 5 dicembre (domenica esclusa) sarà possibile visitare la mostra per gruppi o classi prenotando la visita presso URP 800011837

In collaborazione con le associazioni:
Famigliari Caduti Strage Piazza della Loggia di Brescia, Parenti delle Vittime della strage di Ustica, Famigliari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, Vittime Uno Bianca, Vittime del Salvemini e con Cedost - Centro di documentazione storico politica su stragismo, terrorismo e violenza politica di Bologna.

Teatro Comunale – Piazza del Popolo 1
Venerdì 24 novembre ore 21 – Ingresso gratuito

Al termine gli autori Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani con Carlo Lucarelli incontrano gli ospiti e il pubblico. Coordina Antonio Ramenghi.


Un’approfondita inchiesta giornalistica filmata sull’esito delle politiche di aprile, tesa a dimostrare la manipolazione delle schede bianche e nulle, con dati, retroscena, complotti ricostruiti con precisione e rigore fin dentro i meccanismi più intimi del sistema di spoglio, di raccolta e di elaborazione dei voti.



Immagini per non dimenticare
Il Punto – Spazio Espositivo. Via Cavour 4
Dal 24 novembre dalle 10 alle 19. Ingresso gratuito


Mettere in mostra alcune delle mostruosità avvenute in una democrazia occidentale. Cosa ci può essere di più “politicamente scorretto”, nell’Italia di oggi?
Fintanto che il bicchiere della coscienza collettiva di un popolo resta mezzo vuoto, finché i tanti, troppi buchi neri della nostra Storia contemporanea non saranno colmati, difficilmente potremo pretendere “orgoglio” dai nostri concittadini

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